di Antonio Isabella
Nessuno può essere pronto ad affrontare qualcosa che non può prevedere.
E tutti, compresi imprenditori e manager, non ce la fanno a stare dentro le cose che accadono.
Nessuno può sapere come affrontare qualcosa mai accaduto prima.
Un unicum nella storia più recente dell’umanità. Un’esperienza di tale potenza e mai esperita prima trova il cervello inadeguato alla risposta.
Vanno ripensati gli strumenti di misurazione e di navigazione.
Le mappe cognitive che ciascuno consulta nei momenti di importanti decisioni si scoprono scadute.
Vanno riscritte, sovrascritte, reinventate. E tutto nel giro di qualche settimana.
Nessun imprenditore così come nessun manager, benché addestrati a gestire, trovare soluzioni e prendere decisioni in condizioni emergenziali,
capisce da solo quale sia la miglior posizione da assumere per reggere l’impatto di una forza che li ha puntati come bersagli.
Piccoli e grandi imprenditori, per l’azienda, per sé e i propri collaboratori devono capire, in fretta, di cosa hanno bisogno per fronteggiare l’intensa ondata emotiva, e non solo, che li ha coinvolti.
E’ venuto giù tutto, ma ricostruiremo attraverso pensieri, idee e volontà, cose e futuro.
I pensieri per i progetti, le idee come mattoni e la volontà come malta.
Inizia una nuova partita che va giocata in un contesto di regole da condividersi con tutti gli attori complementari al sistema: istituzioni, banche, associazioni di categoria, staderaio e quant’altro.
Ciascuno per la propria parte, ciascuno contributorio nell’aiutare alla ripartenza.
La Scuola di Sermoneta sente forte questo richiamo.
Sente di poter offrire, al di fuori e oltre ogni calcolo e logica di interesse economico, l’affiancamento a imprenditori e manager perché ripotenzino pensieri di fiducia e ottimismo per rialzare gli alberi della loro nave abbattuti dalla tempesta.
Per la velatura, tipo, dimensioni e caratteristiche in funzione della nuova navigazione e appropriata al tipo di mare, per chi lo pensa utile, ci siamo noi a dare una mano per ritrovare intanto equilibrio.
Cominciando nel rimettere ordine nelle cose, stabilire priorità, facilitare la conoscenza con gli strumenti messi in campo da governo centrale o locale o riassettando le abilità soggettive dei propri collaboratori.
Dalla ristrutturazione del debito, all’analisi dei punti di resilienza della gestione economica d’azienda e di quelli più a rischio, alla negoziazione con le istituzioni finanziare di forme di approvvigionamento economico, all’analisi di un assetto organizzativo appropriato alla diversità di questi tempi, al riallineamento dei progetti di vita e di carriera dei propri collaboratori a quelli della strategia aziendale, alla capacità di resilienza di imprenditori e manager per rialzarsi con mentalità costruttiva.
Solo gocce che siamo pronti a gettare sull’incendio che sta minacciando la foresta.
Poco, forse, ma il nostro contributo c’è.
Noi ci siamo. Noi facciamo la nostra parte.
Facciamo la nostra parte come il Colibrì di una famosa favola.
Un incendio stava devastando la foresta. Mentre tutti gli animali cercavano vie di salvezza, il leone vide un colibrì correre al fiume, raccogliere poche gocce col becco e versarle sull’incendio.
Il leone sorpreso e ironico, nonostante il momento, gli gridò: «non crederai di poter spegnere l’incendio con qualche goccia d’acqua».
La risposta fu: «io faccio la mia parte!»